martedì 31 gennaio 2012

Caro Sindaco Stefàno,i giovani a Taranto ci sono e LOTTANO ANCORA

Signor sindaco, lei conosce i giovani di Taranto?

“Un tempo primi a guardare, cercare e trovare la strategia per decidere ed agire per esortare la cittadinanza attiva erano proprio gli studenti. Le proteste trovavano contenuti e sostanza tra i banchi dell’università e subito dopo nei licei per poi approdare in assemblea o in piazza a fianco dei lavoratori in un civile dibattito.
Il mio augurio e che questo silenzio sia dovuto ad una pausa di riflessione: insomma sono sicuro che non sia una vera assenza di passioni sociali e di distanza dal “bene comune”."

Ecco riassunta in poche righe di uno scarno comunicato divulgato su facebook quello che il sindaco di Taranto pensa dei giovani della sua città. L'immagine che ne esce non è delle migliori. Mentre la crisi divampa e getta sul lastrico intere categorie di lavoratori e imprenditori i giovani che fanno? Dove sono?
Iniziamo da quest'ultima domanda. Parlare di giovani a Taranto non ha senso se si prescinde da due dati: a) negli ultimi dieci anni la popolazione fra i 20 e i 34 anni è diminuita di duemila unità (senza considerare i tantissimi che, pur lontani da Taranto, continuano a conservare la residenza); b) nell'ultimo triennio in tutta la provincia si sono persi 12 mila posti di lavoro nella fascia d'età che va dai 25 ai 34 anni. Le prospettive che si presentano di fronte a un giovane tarantino al momento sono dunque due: emigrazione o disoccupazione.
Ciò rende estremamente delicato il tessuto civile della città; eppure in questi anni – e in questi ultimissimi mesi in particolare – le iniziative da parte dei movimenti giovanili non sono mancate. Vogliamo parlare del Cloro Rosso: più di duecento eventi organizzati in due anni di occupazione della ex Martellotta fra presentazioni di libri, spettacoli teatrali, dibattiti, concerti? O di LINK e della sua instancabile lotta per affermare ogni giorno i diritti degli studenti universitari all'interno delle facoltà tarantine e per porre la stessa figura dello studente al centro dello sviluppo culturale e sociale della nostra città? Se al sindaco poi sta a cuore una discussione sulla crisi come ha fatto a dimenticarsi del ciclo di seminari da lui stesso patrocinato (“Oltre la crisi. Itinerari dentro il mondo che cambia”, promosso fra gli altri dallo stesso Link e da Siderlandia), svoltosi a Taranto fra novembre e dicembre proprio nelle aule dell'Università? O del lavoro quotidiano che la Cooperativa Equociquì porta avanti quotidianamente attraverso la Bottega del Mondo – unico punto del commercio equo e solidale attivo a Taranto – per affermare proprio un nuovo modello di sviluppo, rispettoso della dignità dei popoli e delle persone? E come è possibile che gli sia sfuggita l'attività di promozione dei talenti artistici locali svolto dalle ragazze e dai ragazzi di Palacool? Per non parlare della straordinaria opera di riappropriazione degli spazi comuni portata avanti da Ammazza che Piazza. A proposito di “spazi”... il sindaco ricorda che qualche mese fa si costituì una rete di associazioni, la Rete per gli spazi condivisi, allo scopo di rivendicare luoghi per la socialità e la cultura? Se andasse a spulciare fra le sue carte certamente troverebbe la lettera protocollata in cui gli si chiedeva un incontro per discutere della questione. Lettera che non ha mai avuto una risposta.
Ecco, se tutti questi gruppi – e molti altri ancora – si fossero lasciati demotivare dalle precarie condizioni economiche e dalle difficili aspettative che caratterizzano le persone che li animano in questi anni Taranto sarebbe stata una città decisamente più chiusa, gretta, provinciale di quanto già non sia.
Piuttosto... cosa ha fatto in cinque anni l'amministrazione Stefàno per offrire opportunità ai giovani presenti in città e richiamare quelli emigrati in altre parti d'Italia? Qualcosa a dire il vero l'ha fatta: ha sgomberato per ben due volte il Cloro Rosso, continuando a ritardare i lavori di ristrutturazione della ex scuola Martellotta; ha chiuso la porta in faccia – come si è già ricordato – alla moltitudine di soggetti che chiedevano spazi per le proprie attività; ha lasciato che l'unica struttura messa in piedi in questi anni per sviluppare il protagonismo giovanile, il Cantiere Maggese, venisse gestito ben al di sotto delle sue possibilità (negli stabili di Largo San Gaetano vi sono ancora una intera sala di registrazione e una di montaggio inscatolate). Per non dire della Biblioteca civica, luogo di studio per centinaia di studenti tarantini, che continua ad essere gestita con criteri che qualsiasi esperto di biblioteconomia considererebbe di un altro secolo (e non si contano i disservizi che quotidianamente gli utenti devono subire: soprattutto, in questa stagione, la mancanza di riscaldamenti).
Tante altre cose invece la giunta Stefàno non ha fatto: per esempio una politica in grado di incentivare la crescita e la stabilizzazione anche in chiave professionale delle molteplici attività sociali e culturali espresse dai diversi gruppi. Questi al momento vengono alimentati da una sola risorsa: la volontà dei loro componenti. E' possibile, nel terzo millennio, accettare che una città che non voglia essere un semplice dormitorio in funzione delle attività produttive che insistono sul territorio non abbia un tessuto di servizi sociali e culturali di elevata qualità professionale? Quanti posti di lavoro si riuscirebbero a ricavare da una politica che incentivasse la crescita di questo settore? Quante intelligenze respinte si riuscirebbe ad attrarre con il loro carico di competenze e conoscenze?
Purtroppo però la giunta Stefàno questo problema sembra non esserselo posto. Con le sue azioni sbagliate e con le sue mancanze ha piuttosto lanciato un messaggio: “questa non è una città per giovani”. Non ci si lamenti dunque se un numero crescente di ragazze e ragazzi in questi anni abbia abbandonato Taranto portando con sé il disprezzo per le sue classi dirigenti.
Ma forse Stefàno queste tendenze le ha ben presente e sa che si prepara a candidarsi alla guida di una città che col passare del tempo si farà sempre più vecchia – per cui l'elettorato giovanile diventa poco interessante. Ma non crede, caro sindaco, che provocando i giovani di questa città – gli stessi che nel 2007 si recarono alle urne in massa per votarla, sperando in un reale cambiamento – la sua rielezione corra qualche rischio?

Taranto, 30 gennaio 2012

Circolo ARCI Palacool
Sindacato Studentesco Link Taranto
Rete per gli spazi condivisi
Un sogno condiviso
CreativaMente
Cooperativa Equociquì
Siderlandia.it
Giovani Comunisti Taranto

domenica 22 gennaio 2012

Caro Gramsci ti scrivo

Caro compagno rivoluzionario, grazie per aver fondato quel 21 dicembre 1921 l’allora PARTITO COMUNISTA D’ITALIA. A 91 anni di distanza tanto è cambiato…. Nel 1991 Occhetto, D’Alema, Veltroni ed il buon 70% del partito decisero di liquidarti in  nome del fallimento del socialismo reale. A loro si opponevano un buon 30% che decise di fondare l’allora Partito della Rifondazione Comunista.
In quel progetto di rifondare il PCI c’erano Diliberto, Cossutta, Garavini ed anche il giovanissimo Vendola e tanti e tante compagni/e…. Ancora oggi a 21 quasi da quella idea rivoluzionaria,con tante scissioni e contrasti, quel partito esiste e lotta ancora. Ma chissà se  ci pensiamo ancora a rifondare lo storico PCI…. Nel 1991 nè Ingrao nè Bertinotti accettarono di entrare nel PRC (lo fecero solo dopo).
Caro Antonio tanto da allora è cambiato. Il tuo sforzo di unire i cosiddetti socialisti di sinistra, quelli che credevano nella rivoluzione è svanito da tanto tempo. Già dopo la seconda guerra mondiale e la cacciata dei fascisti sono avvenute quasi 30 scissioni. I comunisti d’oggi sono cambiati,ed anche tanto,non li riconosceresti più. Quasi tutti hanno sotterrato l’ascia da guerra e l’idea della rivoluzione. Lo stato socialista è rimasto ahimè solo un sogno di rivoluzione culturale,che in un paese governato da giornali padronali mi sembra impossibile.
I comunisti degli anni 2000 hanno votato a favore della guerra sia in Afghanistan ed in Iraq, cacciando chi diceva che “la guerra è sbagliata”. Addirittura alcuni di loro per rimanere attaccati alla loro poltrona nel 1998 inscenarono una patetica scissione (di cui non voglio parlarti… è passato cosi tanto tempo!… bisogna andare avanti ed essere uniti!)
I comunisti degli anni 2000 si sono divisi e si continuano a dividere non su questioni ideologiche ma su spartizioni di potere e di poltrone (che ormai hanno perso) perdendosi nei meandri delle stanze dei bottoni. Caro Antonio è da non credere che chi detiene la proprietà ed il simbolo del tuo partito sono gli ex “compagni” del PD. Non conosci il PD? Il PD è la fusione di due partiti: l’ex DS e l’ex Margherita. Ebbene sì,gli eredi del PCI che nacque da te che volevi fare la rivoluzione si sono fusi con i democristiani.
Addirittura caro compagno si sono rifiutati di chiamarsi “compagni”, prediligono fratelli,amici….. Ed oggi sostengono addirittura il governo Monti che è un governo di banchieri e padroni! Mi chiedi che fine abbia fatto L’Unità e se ancora esiste? Beh caro Antonio, le giornate in cui tu ed i tuoi compagni avete girato in lungo e largo il paese non esistono più! Ora il giornale è in mano ad un padrone dell’editoria, praticamente il tuo giornale è sull’orlo del fallimento.
Caro compagno Antonio (so che non ci crederai, ma è vero) a giugno dello scorso anno siamo andati a votare per decidere se l’acqua fosse un bene pubblico o privato. Ovviamente con grande impegno, soprattutto di noi comunisti ma non solo, abbiamo vinto e fatto una vera e propria doccia fredda ai padroni.
Ah ti ricordi Vendola, quello che fondò Rifondazione Comunista,quel giovanotto che citava Pasolini e che quando lo senti parlare ti fa venire la pelle d’oca? Beh allora, lui non crede più nel comunismo (non so neanche più se crede nella sinistra) e voleva (senti questa) rendere la sanità privata.
Ti ricordi i fascisti per cui tu sei stato incarcerato? Beh alcuni comunisti degli anni 2000 credono che sia giusto che aprano bocca per onore della “democrazia”, la stessa democrazia che per oltre 20 anni loro hanno schiacciato. E sai, se dici che un fascista va ucciso e rispedito nella fogna, loro stizziti dicono “Ma sei un fascista anche tu se dici così”, ed è una vergogna per tutto quello per cui tu e tanti altri compagni hanno creduto e combattuto. L’unica cosa che non è cambiata è la crisi economica del capitalismo.
Per anni tutti i partiti della pseudo sinistra ed anche il PRC(una parte di esso,la più moderata che è fuoriuscita) hanno creduto che si poteva governare il capitalismo e che l’idea che l’ideologia marxista anticapitale fosse rispolverata ed utilizzata faceva ridere a tutti.
Caro il mio Antonio forse è vero l’ideologia comunista è morta, la rivoluzione è forse troppo lontana.. .ma ora come non mai c’è bisogno di comunismo!
C’è bisogno di democrazia e libertà,cose che solo i veri comunisti sanno garantire.
C’è bisogno di equità.
C’è bisogno di lavoro.
C’è ancora tanto bisogno di comunismo ma anche di sinistra unita ed alternativa che non faccia sconti ai padroni, che vada da sola alle elezioni e che ritrovi nel popolo la sua forza.
Ciao Antonio, grazie ancora per quel 21 gennaio 1921. Grazie per tutto quello che hai fatto e che continui a fare…
Salutami Luciano Magrì, Palmiro Togliatti, Enrico Berlinguer, Benedetto Petrone, Lenin e tanti altri compagni e compagne che sono lì vicino a te……
MARTINO DI LONARDO

venerdì 13 gennaio 2012

PRIMARIE SI PRIMARIE NO

In vista delle prossime elezioni amministrative,i Giovani Comunisti di Taranto chiedono a tutt* cosa ne pensano delle primarie.
Le primarie su programma? Le primarie sul nome? Le preferite oppure no? Scegliete!




Primarie Si o No?
Si,la gente deve scegliere il proprio candidato
No,si parli di programmi e non di nomi!
Si,a patto che sono di programma!
Non so

  
pollcode.com free polls